Gioacchino Cannatella (Catania, 1946), entra a far parte delle Ferrovie dello Stato in qualità di macchinista. Per circa dieci anni la sua sede di riferimento è Milano, fino al trasferimento nella città d’origine.

Più tardi scopre il suo interesse per “i pezzi di legno” e tra le prime creazioni figura proprio un oggetto scaturito da un legno di traversina: "Atlante”.

Oggi è in pensione, sposato con Linù, padre di tre figli e nonno di quattro nipoti. È casa il suo laboratorio.

 

Udite! Ascoltate! Se no ve ne andate! 

Un giorno di marzo è nato Gioacchino: «Che bell’esserino!» 

«Zio Chicco» così lo chiama un bambino... 

All’ultimo piano del posto in cui vive... 

Ci sta un minigolf? 

Un attico? No. 

Un campo di grano che è lui che ci vive. 

«Sull’attico o a golf» - fa snob la donnetta - «ci vado in Ferrari oppure in lambretta!» 

«Al campo di grano che è all’ultimo piano io ci arrivo col treno!» 

«Lo porta Gioacchino!»

Al piano secondo che è poi dove vive tu apri la porta e ti immergi in un mondo. 

Esotico. Strano.Ovunque animali che è lui che li fa con le proprie di mani. 

Di creta di legno di panna montata nei posti più strani ingombran l’entrata. 

«Che bello il caimano!»... «Lo ha fatto Gioacchino!» 

«Che bello stambecco!» ribatte il bambino 

«L’ha fatto zio Chicco!» è là in camerino 

In bagno in cucina la moglie consente malgrado laggiù non capisca più niente. 

Leoni serpenti lucertole pure... in piedi accucciati spaventan la gente. 

Nei campi di grano quand’era bambino lucertole a frotta insieme a Gioacchino.

«Che bell’esserino!» fa snob l’amichetta. 

«Ed io lo impallino!» fa lui per vendetta. 

Peccato lontano che adesso le ama se è vero che adesso ne ha piena la casa. 

Nei campi di grano adesso che è adulto, scendendo dal treno, cattura la frutta. 

Arance ciliegie e poi melograni.

La moglie commenta «Gli prudon le mani!»

Adesso lo aggiusto, gli do io un bel da fare che almeno il suo vizio lo voglio sfruttare. 

Al piano secondo che è poi dove vive tu apri la porta e ti immergi in un mondo. 

Le sedie gli specchi perfino il divano. «Che belli che sono!»

La moglie commossa... «Li ha fatti Gioacchino!»

 

Rita Cannatella, 16 marzo 2006 


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